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Rinnoviamo il Vigorelli di Milano, per tutti gli Sport e per tutti i Cittadini

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Egregi dott. Enrico Letta Presidente del Consiglio dei Ministri dott. Massimo Bray Ministro per i Beni e le Attività Culturali dott. Graziano Delrio Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie con delega allo Sport dott. Giovanni Malagò Presidente del CONI Il Velodromo Maspes – Vigorelli è un impianto con una storia sportiva gloriosa, ma attualmente sottoutilizzato per problematiche congenite di scarsa flessibilità funzionale e di inadeguatezza alle normative sportive e di sicurezza attualmente in vigore. Il concorso di progettazione bandito dal Comune di Milano alla fine del 2012 ha voluto porre rimedio a questo degrado inarrestabile cercando soluzioni che portassero l’impianto ad una nuova vita attraverso una maggiore fruibilità e una sostenibilità economica che non lo facesse pesare sulle tasche della comunità. Il concorso, conclusosi il 19 aprile di quest’anno, ha riscosso un grande successo e la partecipazione di 103 gruppi di progettazione, parecchi dei quali di fama internazionale. Solo dopo la conclusione del concorso di progettazione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha avviato una procedura di verifica di interesse culturale sull’impianto e, più precisamente, di provvedimento di tutela per la pista ciclistica in legno. Temiamo ora che, a fronte di denaro già reperito e stanziato, questa valutazione di vincolo sulla pista possa compromettere la fruibilità del progetto vincitore e, dunque, l’intera fattibilità economica dell’intervento. Se ciò si verificasse sarebbe un’occasione persa per lo Sport a Milano e un duro colpo al morale di tutti i giovani professionisti che, come me, sono costretti a guardare con ottimismo al futuro dell’Italia. Noi vogliamo che il Maspes – Vigorelli torni a essere una risorsa per la collettività: per i bambini delle scuole in particolare, per i giovani che praticano sport di squadra, per le associazioni, per i ciclisti, per i rugbisti, per gli appassionati di football americano e di hockey su prato, o semplicemente per i cittadini che vogliono godersi lo sport come spettatori. Solo così si potrà onorare la memoria sportiva di quei campioni che l’hanno reso celebre nel mondo. Il Progetto vincitore Il progetto, che ha raccolto i consensi del Comune di Milano e di gran parte dei milanesi, intende rinnovare il Maspes – Vigorelli in un impianto con vocazione prettamente sportiva, ma con la flessibilità necessaria per ospitare quanti più sport ed eventi possibili ed essere quindi utilizzato il più a lungo possibile durante tutto l’arco dell’anno. La rimozione della pista esistente è necessaria per rendere il terreno di gioco accessibile e evacuabile in completa sicurezza da quattro grandi aperture sugli angoli. Senza la pista le estremità del nuovo impianto potranno inoltre ospitare un’Accademia dello Sport, una palestra, un centro medico-sportivo, aule per la formazione e una foresteria, il Museo del Vigorelli e uno spazio commerciale dedicato allo sport. E’ necessario ricordare che il progetto vincitore rispetta già le prescrizioni di tutela della Soprintendenza di Milano contenute nel bando di concorso, ovvero: il restauro di tutte le facciate, delle tribune rettilinee, degli spogliatoi e degli spazi sotto di esse, oltre alla conservazione di una grande porzione di pista nel museo appositamente realizzato. La Pista in legno In sintesi, le ragioni che sono alla base della proposta di rimozione della pista in legno (peraltro condivisa da moltissimi partecipanti al concorso) sono: 1. La pista è sottoutilizzata da circa quarant’anni: non utilizzata dal ’75 fino all’85, è crollata sotto la nevicata di quell’anno e ricostruita quasi ex-novo nell’86. Nel ’98 ha conosciuto la sua ultima manifestazione internazionale di ciclismo, l’ultima in assoluto nel 2001. Negli ultimi 15 anni, né gestori privati, né associazioni o né movimenti hanno manifestato un interesse concreto e finanziariamente sostenibile per l’utilizzo della pista. 2. Oggi competizioni agonistiche e allenamenti di ciclismo si svolgono su piste al chiuso e di 250 m (non 400 m come il Vigorelli) come prescritto dall’Unione Ciclistica Internazionale. La pista in legno attuale peraltro risulterebbe pericolosa se aperta al pubblico o ai cicloamatori. Lo storico Velodromo all’aperto di Herne Hill a Londra, gestito da associazioni e spesso portato come esempio virtuoso, è di economica manutenzione perché non in legno ma in cemento e, dal 2011, è rivestito in “tarmac”. Riguardo al Velodromo all’aperto “Pierino Baffi” di Crema, sottoposto a provvedimento di tutela nel novembre 2007, rincresce far notare come sia ormai chiuso da più di un anno (31 maggio 2012) e sia diventato un dormitorio per i senza tetto. Anche lì la pista è in cemento e non in legno e per metterlo a norma servirebbero un milione e 600 mila euro. Si potrebbe allora pensare di coprire il Maspes –Vigorelli? Impossibile, non basterebbero altri 20 milioni di euro oltre ai 18 disponibili per la costruzione del nostro impianto. Il London Olympic Velodrome, che ha una pista lunga “solamente” 250 m e una capienza di 6.000 spettatori, è costato 130 milioni di euro. Conclusioni La pista attuale, con il suo ingombro e il suo anello chiuso, rappresenta un grosso vincolo di accessibilità al campo centrale e un limite alla multifunzionalità dell’impianto. Lo sport praticato a livello di base e una larga fetta dei praticanti di sport emergenti vengono di fatto oggi esclusi dall’utilizzo dell’impianto. Chi vuole conservare la pista in legno e l’intero edificio per il ciclismo, non ha capito che il nuovo progetto non estromette il ciclismo, ma è l’unico modo, con una più utile pista smontabile, per tenere vivo l’impianto e far tornare il ciclismo al Maspes - Vigorelli. Le attrezzature sportive, così come è da considerarsi una pista di ciclismo, devono essere aggiornate e sicure. Permettetemi un parallelo: è come se si volesse continuare a correre all’Arena Civica di Milano su una pista di atletica in terra rossa invece che sintetica, o giocare a calcio allo Stadio San Siro con i pali di legno quadrati. Avrebbe forse un senso oggi tutto questo? Spendere denaro per restaurare un’attrezzatura ingombrante, già parzialmente ricostruita, pericolosa e esclusa oggi da ogni possibile utilizzo sportivo e amatoriale sarebbe veramente uno spreco di denaro pubblico. Chiediamo pertanto che la pista venga rimossa il più possibile dal suo ingombro complessivo e e che ne venga conservata solo una porzione come memoria storica nel nuovo museo. Da un confronto sereno e obiettivo siamo sicuri che potrà trarne vantaggio tutto lo sport milanese. Distinti saluti Arch. Giorgio Veronelli (giovane professionista del raggruppamento vincitore del concorso)

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