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Lecce: una via a Maria Sofia, ultima Regina del Regno delle Due Sicilie

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             Una via per Maria Sofia
                   
L’Italia non nasce con l’Unità politica realizzata nel 1861, ma affonda le sue radici nella civiltà romana, in quella medioevale e poi nei tanti “campanili”. Gli italiani che, animati dalla fede cristiana, hanno modellato il paesaggio, costruito cattedrali, fondato ospedali e università, raggiunto i vertici nelle diverse arti, formando così quella nazione che annovera nei secoli i tanti che nelle arti, nella fede, nella cultura l’hanno popolata e resa grande, c’erano già da secoli: non c’era alcuna morte da cui risorgere. Invece, ancora oggi, sono aperte molte ferite scaturite dalle scelte di quanti, in nome dell’ideologia risorgimentale, pretesero di «rifare gli italiani» - ovvero sostituire l’ethos tradizionale italiano e cattolico, manifestatosi anche nelle insorgenze antigiacobine e antinapoleoniche, con una religione civile marcatamente laicista – e, anche per questo, disperdere una parte rilevante delle inestimabili ricchezze spirituali e culturali della nazione colpendo con particolare violenza il Mezzogiorno.
Non si mette in discussione l’Unità, ma la si rafforza, se, per sanare tali ferite che impediscono il raggiungimento di una piena e consapevole coesione nazionale, si difende la verità storica favorendo il raggiungimento di un’effettiva “memoria condivisa”, per esempio attraverso il riconoscimento anche ai tanti insorgenti e ai c.d. “vinti del risorgimento” del ruolo di padri della patria italiana e l’attribuzione di dignità di “luoghi di memoria” ai posti in cui si consumarono eccidi e violenze che non sarebbe giusto dimenticare.
Per questo proponiamo che anche a Lecce una via ricordi uno di questi vinti ma sempre padri della nazione italiana: Maria Sofia, ultima Regina del Regno delle Due Sicilie.

Avendo sposato il giovane erede al trono del Regno delle Due Sicilie, Francesco, Maria Sofia - sorella di Elisabetta, detta Sissy, imperatrice e moglie di Francesco Giuseppe , a soli 18 anni, nel maggio 1859, alla morte di Ferdinando II, divenne Regina.
Maria Sofia divenne molto popolare proprio durante l'assedio di Gaeta, dove la corte si era rifugiata nel settembre 1860 per tentare un'ultima resistenza alle truppe piemontesi e per evitare alla capitale del Regno i bombardamenti. La regina partecipò personalmente ai combattimenti incitando alla lotta i soldati e recandosi in visita dei feriti negli ospedali, cercò in tutti i modi di incoraggiare i suoi uomini distribuendo loro medaglie con coccarde colorate da lei stessa confezionate, prese ad indossare un costume calabrese di taglio maschile affinché pure la popolazione civile la sentisse più vicina, come una di loro. Tutte le gazzette d’Europa la appellarono «L’eroina di Gaeta». Con la caduta di Gaeta e del Regno delle Due Sicilie, la Regina Maria Sofia e il marito furono costretti all’esilio.
Da allora, Maria Sofia è stata oggetto di calunnie volte a screditarla che la storiografia dei vincitori risorgimentali ha utilizzato per coprire con un velo d'oblio la figura e le gesta dell'ultima impavida Regina, che difese letteralmente “a spada tratta” dagli spalti di Gaeta i diritti e l’ethos di una parte del popolo italiano, quello che apparteneva al Regno delle Due Sicilie.
                                                                                                                      Progetto Osservatorio

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