Santo Padre,
le rivolgiamo questa umile preghiera, in vista delle sue future decisioni riguardo ai membri della Fraternità Sacerdotale S. Pio X, che notoriamente condividono alcune o tutte le posizioni che furono di mons. Lefebvre.
Soffriamo con Lei per la divisione di questi fratelli dalla madre Chiesa e comprendiamo tutti i suoi sforzi per riportarli nel suo seno. A questa sofferenza si aggiunge quella per le offese recate alla Chiesa: quante volte abbiamo udito il giudizio negativo e pesante dei lefebvriani verso ciò che la Chiesa ci insegna: accuse di infedeltà dottrinale e sciatteria liturgica, di scarsa o assente fede.

Pensiamo quindi che il dissenso aspro verso il Concilio Vaticano II, giudicato da mons. Lefebvre e da suoi seguaci eretico, le accuse verso il Beato (e amatissimo) papa Giovanni Paolo II, la continua offesa all'autorità ecclesiale operata tramite l'incessante ordinazione di sacerdoti contro il Suo volere, richiedano grande chiarezza sul piano della comunicazione e attenta ponderazione degli effetti, anche di quelli non voluti ma probabili.
Negli ambienti dei filo-lefebvriani e degli autodefiniti "tradizionalisti", spesso ogni sua decisione in favore dei lefebvriani viene interpretata come un riconoscimento delle loro ragioni, con conseguente denigrazione dei cattolici che amano il Concilio e il Rito ordinario della Messa, quasi sia in corso una sorta di rivincita e di riparazione.

Le chiediamo quindi Santo Padre, qualunque siano le Sue decisioni che noi preventivamente rispettiamo, di confermare contestualmente l'obbligatorietà dell'assenso verso il Concilio Vaticano II, da lei definito la magna charta per il nostro tempo, e la piena validità ed efficacia del Messale approvato da Paolo VI, per evitare che la mediazione con i lefebvriani possa essere da loro successivamente usata come prova della loro ragione e alimento per le loro contestazioni.
Le chiediamo di confermare ancora una volta l'autorità dei nostri Vescovi anche rispetto alla presenza nelle Diocesi dell'attività di sacerdoti provenienti dalla Fraternità Sacerdotale S. Pio X, perchè non venga indebolita l'obbedienza ecclesiale di chierici e laici.

Con filiale affetto l'affidiamo al Signore Gesù e allo Spirito Santo, per mezzo della Santissima Vergine Maria, madre del Buon Consiglio e Sede della Sapienza.

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