Nello scenario mondiale attuale, ricerca ed innovazione sono i principali motori dell\'economia. Un paese industriale puo\' competere con i paesi emergenti solo spostando la sua produzione verso prodotti ad alto valore aggiunto. Ma per fare questo occorre investire in ricerca e formazione e quindi nell\'Universita\'. Lungi dal rispondere a queste sfide, la finanziaria 2006 si spinge ben oltre gli ormai tradizionali tagli alla ricerca universitaria. Invece che introdurre misure incentivanti concrete e credibili, vengono addirittura introdotte misure punitive per l\'intero corpo docente, andando quindi a colpire, anziche\' incentivare, chi merita. Questo viene fatto attraverso l\'articolo 64 della finanziaria il quale, prevedendo il dimezzamento degli scatti biennali, comporta nel tempo una drastica diminuzione dello stipendio. In un contesto dove gli stipendi iniziali sono bassi, questo provvedimento iniquo colpisce maggiormente chi e\' all\'inizio della carriera, cioe\' i giovani, e rende ancora meno appetibile la carriera universitaria alle nuove leve. In questo modo vengono colpiti e demotivati economicamente proprio coloro che sono tra i principali artefici della ricerca scientifica e tecnologica: quei docenti e ricercatori universitari che con impegno e passione svolgono la loro professione. L\'articolo 64 della finanziaria, cosi\' come e\' impostato, e\' una ulteriore spinta al declino scientifico e tecnologico dell\'Italia. Nel presente contesto di competizione globale questa strada conduce il Paese ad una situazione di poverta\' diffusa i cui segni premonitori, purtroppo, sono gia\' intorno a noi. La gravita\' di questo attacco alle prospettive del Paese e\' tale che, se questa misura sara\' presente nella finanziaria, alle prossime consultazioni elettorali nessun partito attualmente al Governo avra\' il mio voto.

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